Da una parte Jacques Herzog ritiene che l’architettura
sia fatta per essere sperimentata, dall’altra un artista
come Jeff Wall cerca di comprendere come trarre vantaggio dagli
eventuali errori nelle sue fotografie. Da un fotografo ci aspettiamo
delle immagini - dice Herzog - ma forse non era previsto che
anche l’architettura cominciasse a pensare in termini
d’immagine. Ecco le premesse di un’affascinante
conversazione nella quale si parla di: arte e architettura,
elementi comuni alle due discipline quali tempo, narrativa e
sperimentazione, facili insidie della fotogenia e dell’estetizzazione
dell’immagine, come si costruiscono immagini ed edifici,
rifiuto del postmoderno, importanza dei sensi, eredità
culturale, rapporto con i localismi, nuove frontiere ed equilibrio
tra contemporaneità e tradizione.
Gli architetti traggono spesso ispirazione dall’arte
contemporanea, non solo dalla sua presenza tattile, fisica e
dal trattamento fantasioso dei materiali, ma anche dall’investigazione
analitica che opera sulla società. Arte e architettura
si ritrovano in un dialogo reciprocamente fruttifero. L’architettura
più innovativa propone soluzioni che incorporano strategie
artistiche; mentre il contenuto di molta arte si può
spesso mettere in relazione a dati architettonici.
Questa pubblicazione offre una discussione tra due dei maggiori
rappresentanti di arte e architettura; ognuno conosce il lavoro
dell’altro sebbene non abbiano mai collaborato su progetti
reali.
Nella sua opera Jeff Wall fa riferimento alla storia dell’arte,
analizza problematiche sociali e politiche e il ruolo della
fotografia tra i media. Dagli anni Settanta lavora con immagini
di grandi dimensioni inserite in light box. La fotografia, ancora
oggi, pretende di riflettere una realtà specifica. Le
immagini di Jeff Wall sono collegate a questa realtà
quando ricordano delle foto di famiglia mentre invece sono il
risultato di un’elaborata pianificazione nella quale nessun
dettaglio è lasciato al caso. L’intensa luminosità
delle foto retro-illuminate investe queste immagini di una propria
realtà pittorica.
Anche Jacques Herzog aveva iniziato con le arti visive ed è
molto interessato alla strategia poetica di Jeff Wall che, a
sua volta, utilizza spesso i motivi dell’architettura,
come nelle foto della Dominus Winery di Herzog & de Meuron
che non vennero commissionate dagli architetti, ma dal Canadian
Centre for Architecture di Montreal.
Dagli anni Ottanta, Herzog & de Meuron hanno progettato
e costruito progetti specifici per l’arte (Tate Modern
e Laban Dance Center a Londra, il Walker Art Center di Minneapolis,
lo Schaulager a Basilea e la Kunsthaus di Aarau). Spesso i loro
edifici nascono dalla stretta collaborazione con artisti quali
Rémy Zaugg, Thomas Ruff e Adrian Schiess. Il progetto
più grande, tuttora in costruzione, è lo stadio
nazionale di Pechino che ospiterà le Olimpiadi del 2008.
(dalla prefazione di Cristina Bechtler)
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