Questo nuovo libro ha siglato un’amicizia.
Nel tempo di stesura di un numero monografico, su Genova
di prossima uscita sotto la testada della rivista Gomorra, ho
avuto il
piacere di rincontrare Massimo Ilardi.
Con Massimo, almeno con le mie letture, ho sempre cercato
un incontro, i suoi libri sono sempre brillanti
e fotografano una veloce realtà di vita quotidiana,
l’accelerazione dei tempi,
che a qualcuno pur vivendola sfugge
o cosciente ignora
ma tutto procede inesorabilmente
in continua evoluzione.
Massimo è un antropologo urbano
un architetto sociologo
(essendo sempre attorniato da molti architetti)
infine un vero sociologo,
il suo guardare & indagare è
una attitudine da Indiana Jones,
un esploratore dei territori
mutanti di deriva
spazi allotropi
http://www.architectsonline.it/batte26.htm
ritagli e schegge di provvisorietà.
Lo ricordo già ai tempi con
Maria Teresa Torti in ATTRAVERSAMENTI
ai NON LUOGHI per Gomorra, alle ultime pubblicazioni:
l’individuo in rivolta,
negli spazi vuoti della metropoli,
http://www.bollatiboringhieri.it/scheda.php?codice=1190X
in nome della strada,
http://architettura.supereva.it/books/2002/200205030/
da un seminario e presentazioni di Gomorra- vuoti urbani
agli interventi estivi nei SEMINARI/CONVEGNI
a Camerino (dove più volte ci siamo incrociati),
sino all’intervista di Pierluisi Pugliesi.
http://www.b-e-t-a.net/~channelb/interviews/021ilardi/
Ma torniamo a questo suo nuovo libro
NEI TERRITORI DEL CONSUMO TOTALE
http://www.archphoto.it/IMAGES/ilardi/ilardi.htm
Insomma sulle nuove cattedrali del consumo
i Centri Commerciali…
che zitti zitti tra un P.I.P. e varianti di P.P.
si sono inseriti sulle tangenziali & provinciali,
ed ora anche nelle aree di riconversione&recupero.
Sono i nuovi luoghi dell’urbano
dove si ci incontra, si consuma dal gelato,
alla pizza, si acquista dall’oggettino inutilino alla
megamaxi spesa
del mese, sfoderando carte di credito & bancomat...
C’è chi cazzeggia, e chi gira stregato con occhi
da gatto Silvestro abbracciando sacchi & sacchetti,
e cestelli & carrelli sempre incollati al cellulare
o spedire sms, sempre spiccicati ai cristalli
delle vetrine TIM, WIND… per accertarsi
d’essere alla page, o ad avere la scocca trendy…
125 pagine da leggere d’un fiato
soprattutto per chi progetta
125 pagine che dipanano una riflessione
in tre capitoli:
- Da una società di mercato a una moltitudine che consuma
- Le coscienze si dissolvono
- Defezionare dalla società
Più 6 pagine di riferimenti bibliografici
Come accade nei romanzi anche per i saggi
leggendo ognuno ritrova parti delle proprie
immagini ed esperienze
e ricostruisce il senso della lettura come
un ritrovamento di conferma,
se pensiamo a Genova ex città industriale
dove persino una strada toponomasticamente
era ed è ancora lì
la via degli operai
,unica in Italia e forse al mondo,
nei pressi dell’ex Ansaldo fiumara ora c’è
un Centro Commerciale…
http://www.liberazione.it/giornale/041215/LB12D687.asp
ora le tute blu sono un vago ricordo…
forse raccolte ancora dallo scrittore
Vincenzo Guerrazzi ex operaio…
Ora cappe grigie ripongono sui piani
e scaffali altra merce
merce di consumo…
indubbio la città cambia
abbiamo un’immagine
ma la velocità dei consumi
in modi subliminati ci portano
a reinventare le città
lo struggente consumo che si mescola
con il piacere & il divertimento
si moltiplica nella società dello
spettacolo oscillante tra
post medioevo venturo e
età eclettica neobarocca
insomma
un postpostneomoderno
relativo a cronometrie socioeconomiche
e cronologie
spaizi & tempi relativi ad insiemi di insiemi
molteplici
Ma Ilardi non si fa sedurre dalla nostalgia
come in Celentano per la Via Gluk
è lucido e mantiene la guardia
affondando la lama
per Andar per resti
sino ad il mercato e le sue immagini,
aprendo scenari su
quando il lavoro è dispositivo di comando
agli spazi pubblici diasporici,
inoltre settaccia
da lo spazio striato del consumo
alla metamorfosi
dall’individuo al soggetto.
http://www.architectsonline.it/batte49.htm
125 pagine dove la riflessione
tra il disobbediente e l’architetto
affiora in ogni sottocapitolo
sino alla conclusione…
ma soprattutto
rimarca il tema di tempo/spazio
dinamiche del divenire
più che forme dello spazio
ma soprattutto come ripensare i siti
dove il progetto per definire i luoghi
soffre tra futuro & finitezza
che oggi vestendosi appagandosi dell’apparenza
per ora scorciatoia d’uscita dalle strettoie del presente…
ma…
http://www.architectsonline.it/batte50.htm
http://www.architectsonline.it/batte56.htm
Massimo Ilardi “Nei
territori del consumo totale/il disobbediente e l’architetto”
pp. 125 ill. b/n derive/approdi srl , Roma 2004
info@deiveapprodi.org
www.deriveapprodi.org
Massimo Ilardi “Nei
territori del consumo totale/il disobbediente e l’architetto”
AA.VV., Euro. 10.50
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