I pensieri riflessi di Davide Pensieri, passioni, sogni riflessi dietro “La finestra di fronte” immagini che si animano raccontando, una amore, raccontando la sofferenza, raccontando la memoria… Raccontandoci e raccontando i nostri pensieri. Ozpetek torna sugli schermi, ultima fatica squisitamente riuscita. Gustarsi il film sembra come veder passare sullo schermo i pensieri di Davide, (Massimo Girotti) che si alternano tra un presente sperduto e un passato sognato e amaro. Le scene si dissolvono tra un randagio naufragare nella città moderna e un passato crudele di chi per vari motivi doveva nascondersi. Un ebreo, uno sterminio di genti e di razze, ma anche un difficile ed incomprensibile amore che forse all’epoca poteva essere “vergogna” e non è stato vissuto come si voleva, un amore inconsueto a cui Ferzan Ozpetek ci ha abituato da “Il bagno turco” passando per il successo de “Le fate ignoranti”. “Dobbiamo Amarci di nascosto perchè nessuno capirebbe il nostro amore” dice il protagonista . Un passato di fugaci e veloci sguardi e di piccoli ma preziosi riti, raccontato incastonandolo nella vita di una coppia giovane con figli a tratti piatta che quasi per caso si innesca nei pensieri di Davide. Un continuo e persistente sfasamento temporale che si alterna sullo schermo, che è poi la memoria e i pensieri di Davide.Una donna semplice interpretata da Giovanna Mezzogiorno e un giovane padre-amico Filippo Nigro. Realtà e finzione si fondono, i protagonisti Giovanna e Filippo sono Giovanna e Filippo anche nella vita di tutto i giorni, non solo come attori, non solo nell’ottima sceneggiatura dell’ormai collaudata coppia Romoli-Ozpetek . Giovanna scruta dalla finestra colui che scruta lei. Lui conosce i suoi piccoli passi quotidiani ma “non cosa pensa di lui”. Davide il vecchio annebbiato innamorato di altri tempi incrocia le loro due vite e fa si che Giovanna e Lorenzo ( un sorprendente Raul Bova ) si vedano, si capiscano. Tutto sembra non essere chiaro, neppure il nome del vecchio incontrato per strada, fino ad una lettera che svela tutto l’arcano… Un film a tratti molto triste, malinconico ma ricco di memorie. Raccontato elegantemente e accompagnato da un’ottima colonna sonora, che raggiunge acme nel finale cantato da Giorgia, in “gocce di memoria”, scritta per l’occasione da lei sulla musica di Guerra. Ottimi inneschi della bambina acida e dalla grassottella amica di Giovanna interpretata dalla spontanea Serra Yilman. Una riflessione sui nostri sogni sui nostri amori, sulle nostre insoddisfazioni. “non accontentarti di sopravvivere ma pretendi di sognare un mondo migliore, io non ci sono riuscito” afferma Davide e da qual momento tutto cambia, Giovanna trova la forza di abbandonare un lavoro che non la soddisfa, per una passione, dolce come le torte che vuole preparare. Vede riflessa, girando il cannocchiale dall’altra parte, durante l’incontro fugace con Lorenzo, la sua vita la sua famiglia, i suoi amori, ma non cede alle idee dell’amante e vola via, pendendosi poi ma capendo che anche se a volte si arriva in ritardo, si può vivere con ottima memoria e ricordi sognando quello che desideriamo. Un ottimo film, un sicuro ennesimo successo che narra la vita di tutti i giorni, le nostre passioni, i nostri pensieri, i nostri errori i nostri sguardi… Il film termina cosi, con uno sguardo, con gli occhi seri di Giovanna che sorridono poi alla vita parlando con Davide ormai morto che come tutti noi ha fatto delle scelte e trovandosi ad un bivio ha seguito non il cuore ma qualcosa d’altro, non l’amore per un uomo ma la salvezza di altri. Sentimenti forti stridenti onesti, sempre di amore si tratta. Di quell’ amore di un vecchio che arrivato alla fine del suo viaggio, della sua vita pensa e ci rende partecipi della sua sofferenza. Rimpianti ?Rimorsi? Non credo …forse una semplice vita. Si sa non sempre è come la si sogna o la si vorrebbe. “il rosso non è più rosso, l’azzurro del cielo non è più azzurro, gli alberi non sono più verdi, dopo di te devo cercare i colori nella nostalgia che ho di noi, dopo di te rimpiango anche il dolore che ci faceva timidi e clandestini, rimpiango le attese, le rinunce, i nostri messaggi cifrati, i nostri sguardi rubati in un mondo di ciechi (…) Non so se questo è un mondo migliore ora che nessuno mi chiama più Davide, ora che mi sento chiamare soltanto sig. Veroli, Come posso dire che questo è un mondo migliore. Come posso dirlo senza te?” dice Davide nella lettera. Non buttate al vento le emozioni aggiungo io, non nascondetevi ed esprimete quello che sentite forse ne vale la pena…anche se il mondo sembra andare da un’altra parte, da qualche parte però Simone vorrebbe sentirsi dire Ti amo! Giacomo Airaldi |