"Allora ci stiamo lasciando?"..."Si"..Una
domanda semplice,una risposta ancor più semplice..Parole
pesanti come blocchi di pietra.
Confesso che mi costa fatica scriverne, non è un libro
che ho scelto di leggere immediatamente, è rimasto
a lungo in casa, vagava in tutte le stanze.Sentivo che mi
chiamava, lo guardavo e desistevo, sul tavolo della cucina
o sul divano, quel titolo mi faceva paura."Cronaca di
un disamore"...oddio no, non ce la posso fare..
Giacomo perchè mi hai detto che devo leggerlo?
"Ti fa bene.."...Cosa mi fa bene?Mi fa bene capire
che le persone si lasciano, si ritrovano, si riprendono e
si possono lasciare ancora?..
No...fa capire i sentimenti, le paure, le confusioni, forse
semplicemente i piccoli passi di due vite che si incrociano
per caso, e in un modo o nell'altro non si lasciano mai. Una
storia breve di soli quattro mesi raccontata dal punto di
vista uno dei protagonisti, quello lasciato. Il dramma di
capire che non sei più desiderato, che tutto quello
che avevi pensato di poter costruire insieme, era solo una
tua costruzione, che erano solo i tuoi pensieri. Dall'altra
parte superficialità, insensibilità e soprattutto
mancanza di coraggio.
L'inverno dei sentimenti raccontato con il ricordo costante,
quasi ossessionante di tutto ciò che è passato,
un ristorante dove ci si è incontrati, la sigaretta
che si è fumata insieme, la moto su cui si è
viaggiato, il locale dove ci si rincontra involontariamente,
il divano dove ti hanno detto che è finita.Una voragine.
Il punto più basso che si può raggiungere, quello
da cui non ti sembra di riucire mai a risalire.
Sento freddo..sono annientato, ora ci sono io nel punto più
basso che ho mai raggiunto, ho davanti tutto quello che ho
fatto, no non ce la faccio a rimanere a letto.Mi alzo e vado,
dove non lo so ma vado, sicuramente fuggo da me stesso, da
quello che sono, uno stronzo egoista. Non mi piaccio, forse
non mi sono mai piaciuto, e forse per questo in fondo non
credo di poter piacere a qualcuno. Metto davanti a me, a tutto
il bello che la vita e le persone mi possono regalare, le
mie paure.
Preferire l'apatia, il nulla, lo scorrere o sarebbe meglio
dire il rotolare degli eventi, senza dover subire scossoni,
senza dover scegliere la felicità, sfiorarla e cacciarla
via per paura di non saperla gestire.
Perchè vi dico tutto questo?Perchè al contrario
di quanto si possa immaginare questo non è un libro
scritto per chi è stato lasciato, per crogiolarsi nel
rancore, nella tristezza delle situazioni, nel rimorso per
il non fatto e non detto.
E' un racconto per chi ha lasciato, per chi insensibile ha
pensato solo a se stesso, incurante dei sentimenti altrui,
non ha pensato a come ci si sente quando ci si rivede, alla
superficialità delle battute inopportune. Quanto si
può fare male a qualcuno quando si dice basta, un racconto
che è un esame di coscienza per quanti giocano coni
sentimenti, con i sogni e con l'amore delle persone.
Cotroneo desrcive queste sensibilità in maniera scorrevole
ma profonda al tempo stesso.Il battitto del cuore di Luca,
il protagonista, batte allo stesso ritmo del lettore, i vuoti
allo stomaco, sono gli stessi che si prova leggendone, le
lacrime sono le stesse che versi scorrendo quelle parole caustiche
e disperate che incorniciano un esperienza di vita unica e
allo stesso tempo unniversale.
E' un libro triste?Si, molto.E' un libro felice?Si, molto.
Felice perchè è un grido liberatorio per chi
soffe e ha sofferto, per capire che tutto si evolve, che è
veramente il tempo aggiusta tutto, che puoi non avere più
mani che ti toccano, sguardi in cui perderti ma rimani tu
con la tua vita e con la voglia di amare, sorridere ed essere
felice.
E un bel pugno in faccia a chi passa sulle persone come un
caterpillar usando solo parole e silenzi. E un'altra volta
pensateci bene prima di fuggire dalla vita.
Io mi sto rialzando adesso da terra, accomodatevi ora tocca
a qualcun'altro..
Giacomo,avevi ragione mi ha fatto bene..
Fabio Siri
fabiosiri@inwind.it
WEBSITES:
www.rcslibri.corriere.it/bompiani