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  Home > Divano rosso > 28 La febbre
 

LA FEBBRE

Ebbene si, quando in un film si parla di qualcosa di tuo, di qualcosa che sembra tuo, qualcosa che pensi sia vero, cosa buona è giusta, scatta immediatamente un sentimento di identificazione e ammirazione, lo ammetto. Quella sera in quella sala blu, ho riso, eravomo alcuni arbitri e forse un mezzo calciatore;un mediano per dirla alla ligabue, io (poi capirete la metafora calcistica anche se non mi sono mai piaciute).Ho riso, pianto, mi sono commosso come non mai perchè quel film parlava di me, parlava di un geometra di provincia che diventa architetto...un pò borderline ma con una voglia irrefrenabile di fare bene le cose. Un individuo curioso, colto, onesto...forse anche un pò stronzo e presuntuoso come me, ma uno che vuole fare quello che desidera, quello che la sua innata passione gli fa rigurgitare dentro. Musica stupenda e nonostante le immagini un pò troppo contemporanee e modaiole il film è perfetto per un pubblico di trentenni disastrati che sanno dove vogliono andare ma sanno anche che difficoltà e scazzo li accompagneranno. Io uscito da quella sala ho guardato i miei amici ed ho detto, andiamo a dormire domani ho da fare...fare?! Mi è venuta ancor più la curiosità e il desiderio di fare, di esserci di partecipare, di provarci, naturalmente da calciatore...


Giacomo Airaldi

 

Sensazioni calde di desideri che esplodono furenti in vite sospese tra l’essere e il vivere.

Stavolta non so proprio da dove cominciare, ho letto tanto di questo film prima di poterlo vedere, ero molto preparato forse troppo. Volevo assolutamente che un mio caro amico lo vedesse, perché ero convinto lo potesse aiutare a riflettere sulle sue decisioni. Dall’altra parte c’ero io che sapevo di non doverlo vedere perché mi avrebbe fatto male.

Lo dico subito, il film è veramente bello.

Perché?
Perché D’Alatri ti mette subito davanti la tua vita, o comunque la vita di tante persone. Sei subito tu che giri in motorino per la città con il vento in faccia a pulire la mente da pensieri costanti, sei tu quando torni a casa con la spesa in mano e speri in qualche novità, magari in una busta nella cassetta della posta. Sei tu che passeggi con gli amici cercando una motivazione, una soddisfazione, una parola che ti aiuti a capire te stesso. Una chiave per aprire la porta sui tuoi desideri, sulle tue aspirazioni, su cio’ che sei o che vorresti essere.

Fabio Volo è Mario,un giovane geometra comunale, con l’aspirazione di aprire un locale insieme agli amici, un desiderio quasi realizzato…

Un “quasi” importante, perché in mezzo c’è tutto il nostro essere, il nostro vissuto, la nostra passione, il pensiero di un amore appena trovato che vedi già lontano, i pensieri che ti trapassano la mente, la perforano e lasciano un piccolo segno del loro passaggio.

Un varco che si rivela uno squarcio, un tarlo che ti consuma e allora cominci a ribollire, come un caffè caldo e profumato che sale nella caffettiera e devi stare attento a non farlo uscire e bruciare. Perché quelle scottature non passano così facilmente.

Solo allora ti muovi con cautela, come in un prato sferzato dal vento, senti l’erba che ti accarezza la pelle, sono i tuoi desideri che ti ricordano chi sei , ti solleticano strappandoti un sorriso, e poi una piccola radura, è quello il momento della riflessione , ti sdrai, osservi il cielo che ti racconta te stesso, illumina il tuo futuro. E’ come vedere attraverso un vetro sfaccettato tutto si divide, quasi un caleidoscopio, immagini che si allontano come una città notturna vista dall’alto. Sono tutto quello che hai fatto, che stai facendo e che farai. Ma cosa farai?

Allora ecco la febbre, realizzi ciò che ti circonda, ciò che sei, una pioggia di sensazioni, che ti bagna e ti fa salire la febbre, sale dentro te la temperatura, sei malato, hai una malattia comune ma difficile da curare.

Quella malattia si chiama vita, voglia di vivere e non esistere, voglia di sentirsi realizzati, soddisfatti, appagati.. forse semplicemente..felici.

Non esiste una medicina universale perché come dice il collega di Mario, avete mai visto i bambini giocare a calcio?Nessuno vuole fare l’arbitro, tutti vogliono segnare…allora nella vita devi scegliere se essere arbitro o calciatore…e nel film si capisce chiaramente, esiste solo la nostra volontà, il nostro buon senso e una grandiosa dose di coraggio. Merce rara, non la trovi al supermercato, ma c’è.
E’ nelle persone che ci circondano, nella natura che ci circonda, nei libri che leggiamo, in tutto ciò che vediamo, ma soprattutto dentro di noi.

Non ho reso neanche una minima parte di quello che è questo film, diretto, montato e recitato benissimo. Uno stile unico, quello di D’Alatri, fresco moderno che lo mette tra gli autori più quotati insieme ai vari Muccino, Ozpetek,..Una piccola notazione per la colonna sonora dei Negroamaro, vi consiglio assolutamente l’ascolto del loro cd, che ripercorre tutto il film, e ve lo fa rivivire passo passo.

Intanto poi mi dite se avete scelto, arbitro o calciatore?Io ho scelto,la mia dose di coraggio l’ho già esaurita, quindi mi tocca fare l’arbitro.

   

Fabio Siri

fabiosiri@inwind.it

pillole >>

*Amore dopo amore*
Derek Walcott

Tempo verrà
in cui, con esultanza,
saluterai te stesso arrivato
alla tua porta,
nel tuo proprio specchio,
e ognuno sorriderà al benvenuto dell’altro,
e dirà: Siedi qui. Mangia.
Amerai di nuovo lo straniero che era il tuo Io.
Offri Vino. Offri pane.
Rendi il cuore a se stesso,
allo straniero che ti ha amato
per tutta la vita, che hai ignorato
per un altro e che ti sa a memoria.
Dallo scaffale tira giù le lettere d’amore,
le fotografie, le note disperate,
sbuccia via dallo specchio la tua immagine.
Siediti. È festa: la tua vita è in tavola.

LINKS

il sito ufficiale del film >

http://www.fabiovolo.net >

www.adozioniadistanza.org

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Ideazione e realizzazione Airaldi Giacomo - Luogo di pubblicazione: Italia - Hosting by: Aruba.it- Update: 30-Giu-2005