Sensazioni calde di desideri che esplodono furenti
in vite sospese tra l’essere e il vivere.
Stavolta non so proprio da dove cominciare, ho letto tanto
di questo film prima di poterlo vedere, ero molto preparato
forse troppo. Volevo assolutamente che un mio caro amico lo
vedesse, perché ero convinto lo potesse aiutare a riflettere
sulle sue decisioni. Dall’altra parte c’ero io
che sapevo di non doverlo vedere perché mi avrebbe
fatto male.
Lo dico subito, il film è veramente bello.
Perché?
Perché D’Alatri ti mette subito davanti la tua
vita, o comunque la vita di tante persone. Sei subito tu che
giri in motorino per la città con il vento in faccia
a pulire la mente da pensieri costanti, sei tu quando torni
a casa con la spesa in mano e speri in qualche novità,
magari in una busta nella cassetta della posta. Sei tu che
passeggi con gli amici cercando una motivazione, una soddisfazione,
una parola che ti aiuti a capire te stesso. Una chiave per
aprire la porta sui tuoi desideri, sulle tue aspirazioni,
su cio’ che sei o che vorresti essere.
Fabio Volo è Mario,un giovane geometra comunale, con
l’aspirazione di aprire un locale insieme agli amici,
un desiderio quasi realizzato…
Un “quasi” importante, perché in mezzo
c’è tutto il nostro essere, il nostro vissuto,
la nostra passione, il pensiero di un amore appena trovato
che vedi già lontano, i pensieri che ti trapassano
la mente, la perforano e lasciano un piccolo segno del loro
passaggio.
Un varco che si rivela uno squarcio, un tarlo che ti consuma
e allora cominci a ribollire, come un caffè caldo e
profumato che sale nella caffettiera e devi stare attento
a non farlo uscire e bruciare. Perché quelle scottature
non passano così facilmente.
Solo allora ti muovi con cautela, come in un prato sferzato
dal vento, senti l’erba che ti accarezza la pelle, sono
i tuoi desideri che ti ricordano chi sei , ti solleticano
strappandoti un sorriso, e poi una piccola radura, è
quello il momento della riflessione , ti sdrai, osservi il
cielo che ti racconta te stesso, illumina il tuo futuro. E’
come vedere attraverso un vetro sfaccettato tutto si divide,
quasi un caleidoscopio, immagini che si allontano come una
città notturna vista dall’alto. Sono tutto quello
che hai fatto, che stai facendo e che farai. Ma cosa farai?
Allora ecco la febbre, realizzi ciò che ti circonda,
ciò che sei, una pioggia di sensazioni, che ti bagna
e ti fa salire la febbre, sale dentro te la temperatura, sei
malato, hai una malattia comune ma difficile da curare.
Quella malattia si chiama vita, voglia di vivere e non esistere,
voglia di sentirsi realizzati, soddisfatti, appagati.. forse
semplicemente..felici.
Non esiste una medicina universale perché come dice
il collega di Mario, avete mai visto i bambini giocare a calcio?Nessuno
vuole fare l’arbitro, tutti vogliono segnare…allora
nella vita devi scegliere se essere arbitro o calciatore…e
nel film si capisce chiaramente, esiste solo la nostra volontà,
il nostro buon senso e una grandiosa dose di coraggio. Merce
rara, non la trovi al supermercato, ma c’è.
E’ nelle persone che ci circondano, nella natura che
ci circonda, nei libri che leggiamo, in tutto ciò che
vediamo, ma soprattutto dentro di noi.
Non ho reso neanche una minima parte di quello che è
questo film, diretto, montato e recitato benissimo. Uno stile
unico, quello di D’Alatri, fresco moderno che lo mette
tra gli autori più quotati insieme ai vari Muccino,
Ozpetek,..Una piccola notazione per la colonna sonora dei
Negroamaro, vi consiglio assolutamente l’ascolto del
loro cd, che ripercorre tutto il film, e ve lo fa rivivire
passo passo.
Intanto poi mi dite se avete scelto, arbitro o calciatore?Io
ho scelto,la mia dose di coraggio l’ho già esaurita,
quindi mi tocca fare l’arbitro.
Fabio Siri
fabiosiri@inwind.it
pillole >>
*Amore dopo amore*
Derek Walcott
Tempo verrà
in cui, con esultanza,
saluterai te stesso arrivato
alla tua porta,
nel tuo proprio specchio,
e ognuno sorriderà al benvenuto dell’altro,
e dirà: Siedi qui. Mangia.
Amerai di nuovo lo straniero che era il tuo Io.
Offri Vino. Offri pane.
Rendi il cuore a se stesso,
allo straniero che ti ha amato
per tutta la vita, che hai ignorato
per un altro e che ti sa a memoria.
Dallo scaffale tira giù le lettere d’amore,
le fotografie, le note disperate,
sbuccia via dallo specchio la tua immagine.
Siediti. È festa: la tua vita è in tavola.
LINKS
il
sito ufficiale del film >
http://www.fabiovolo.net
>