DEFRAMMENTARE IL FRAMMENTATO
di giacomo airaldi | airaldi@archandweb.com
| immagini gentilmernte fornite da EGO06
piccolo inciso di premessa: un giorno ricevo
una mail, una delle solite, una delle tante, una delle molte
che arrivano da studenti universitari in balia di facili soluzioni
sul web. Questa volta però, invece di archiviarla mi
riprometto di rileggerla più attentamente appena avro
tempo. Infatti in una notte di inverno tiepido, approfondisco;
chi mi scrive è uno studente interessato e appassionato
direttore di una rivista di facoltà. Non so perchè
ma rileggo più volte quella mail e alla fine gli rispondo
con una semplice e univoca affermazione: Interessante
quello che mi scrivi! Da allora nasce una rubrica
strappata a quello studente interessato e interessante che
magari quacuno avrà letto tra le nostre pagine: MONO(L)UOGHI.
Magari sarà di stimolo a lui continuare il discorso!!!
Andare Avanti con altri MONO(L)UOGHI.
Ora quello studente interessato e interesante è cresciuto,
svolge un dottorato, è diventato un architetto, fa
parte di un collettivo ma mantiene quella dote, se pur estesa
all'intero gruppo a cui appartiene, che percepii in quella
lontana notte tiepida: interessanti e interessati,
in effetti uno degli obbiettivi della nostra webzine
era proprio questo, essere talent scout del web...questa volta
ci siamo riusciti e vi presentiamo un lavoro frutto dell'operato
del collettivo ego06 che oggi si definiscono
come una vitamina creativa!
In questo concorso, inutile ribadire l'importanza dello strumento,
il collettivo ego06 si è confrontato
con un muro, un muro in parte crollato, il muro Leopoldino
di Follonica. Questo muro che cinge l' ex ilva corre dritto
e indisturbato e divide la città dalle ex fonderie.
Il muro....il muro ...mi ritorna in mente una lezione su di
lui, esaltante e affascinante , emblematica di Enrico Davide
Bona e qualche considerazione di tempo fa.
"Il muro rappresenta sicuramente un segno architettonico,
archetipo, essenza architettonica, ma oggi può e deve
rappresentare qualcosa di più. Bandiamo discorsi estetici,
localismi e immobilismo e pensiamo a come attraverso uno sviluppo
il più sostenibile possibile si possa rendere un muro
un grande muro. Un muro che non divida, che non impedisca
la visuale ma un muro dai significati “altri”.
Attorno al concetto di “muro”, ai “muri”,
le letture sono multidisciplinari. Il muro dell’architetto
ed il muro dell’artista; il muro del poeta ed il muro
del filosofo; il muro del tecnologo ed il muro del produttore;
il muro del professore ed il muro del musicista; il muro del
giornalista, il muro del designer. Dai muri materiali a quelli
immateriali; muri mentali, muri culturali, muri invisibili,
muri ingombranti, muri apparenti, muri evanescenti. Muri che
bloccano - muri limite - e muri che si penetrano, che si attraversano.
Le mura di Dedalo e del labirinto, della Grande Muraglia,
dei Murazzi del Po. Berlino: la caduta del muro; il muro del
pianto. I muri delle fortificazioni ed i temerari che li affrontano
o li aggirano; il cavallo di Troia. I muri e le barriere architettoniche.
Muri diritti e/o inclinati, curvi, piegati; muri di luce,
di suono, d’acqua, d’aria, di fuoco, di terra
e vegetali. I muri delle rovine e quelli da abbattere per
conquistare nuovi possessi (in un mondo che vuole vivere senza
confini e senza frontiere vecchie mura emergono tra le rovine
del passato, mentre i nuovi muri tecnologici, dell’epoca
digitale, sfidano il senso stesso del significato semantico,
a volte negandolo). Muri schermo, dai murales ai monitors
(una ricerca che partendo dal design, dalla serialità
del muro, attraversa l’architettura, l’arte, la
letteratura, la musica, la danza, il cinema, articolandosi
in un percorso temporale che invita a riflettere su come tecnologia,
segno e funzione, cambiando nel tempo, creano nuovi luoghi,
nuovi spaz."
Parole attuali, in sintonia con quello che siamo qui a presentarvi,
un muro che era limite ed ora chissa cosa mai potrà
essere. Perchè questo limite non si può oltrepassare
deframmentare si sono chiesti i componenti di EGO06?
Perchè cio che sta al di là, che rappresenta
una parte della storia della città, non può
rivivere attraverso nuovi usi e significati? Allora il muro
che è in parte crollato viene ricostruito con un nuovo
setto frammentato, memoria del passato, ma trasparente e spostato,
distaccato dal muro storico. Uno scarto tra la città
e la sua storia. la continuità del lungo muro viene
frammentata è crea discontinuità, un meandro,
uno spazio protetto ( ricordiamoci che il muro è il
primo elemento che protegge - crea un'ombra, un dentro e un
fuori) una "stanza" con la chiamano
Marco &C. nella quale infilarsi ....passeggiando. Una
stanza balconata verso ex ilva , invita lo spettatore ad affacciarsi
sulla fabbrica a riscoprire il passato che non c'è
più, a riflettere sulla memoria. Sul setto murario
infatti si trovano le date principali della storia della fabbrica,
gli avvenimenti trascorsi, per interpretare la storia di quella
fabbrica cosi legata alla città, ma che è sempre
stata tenuta separata da qul muro. Significati simbolici e
divulgativi, raccontare la storia affacciandosi da una breccia
e dal balcone. Intelligentemente EGO06 non costruisce un nuovo
muro pur facendolo, il nuovo setto infatti è realizzato
da una superficie vetrata, trasparente quindi, che riprende
la forma del varco del muro Leopoldino retrostante e crollato.La
superficie continua, liscia, pulita delle lastre di vetro
è fissata ad alcune gigantesche lettere in acciaio
arrugginito forate (ancora una volta il richiamo metaforico
e non solo a quallo che succedeva nella fabbrica, ex fonderie)
lettere sporche, mutanti che si trasformerranno con il tempo
e con la storia ma rimarranno memoria di quanto si "produceva"
in quel sito. Nasce quindi una grande scritta, landmark
, land art urbana, logo, segno,simbolo
EX ILVA che è poi il motto quasi un marchio per innescare
nuovi meccanismi dentro, intorno e fuori alla ex fabbrica.(bilbao
se pur in scala ridotta insegna) Il tutto su un'elegante parterre
in legno.Gesti semplici, apparentemente banali, ma sapienti
interessanti ed interessati come questo nuovo collettivo
piemontese EGO06 speranzoso di emergere e
pieno di energia, quell'energia dello spirito e della mente
che è la loro VITAMINA CREATIVA, come
scrivono sul loro nuovo sito. Un sito desideroso di contenere
nuove idee, un sito che se da un lato curato nella grafica
ci mostra le realizzazioni di certo ancora un po' rozze e
insipide anche e soprattutto per l'appiattimento della qulità
di italica appartenenza; dall'altra svela interessati sperimentazioni
e discorsi teorici importanti, molti concorsi vinti e menzioni,
interessanti grafiche e contaminazioni varie;lezioni
di fantasia , mostre, persino musica. Giovani che con l'entusiasmo
e con l'intelligenza del gioco da adulti (lo schema concettuale
è infatti una chiara allusione al gioco dei LEGO) cercano
di produrre senso nel loro approccio al progetto, allontanano
i maesti, dimenticano le teorie (anche se poi le fanno rieemergere),
imparano dallo star system e provano a sperimentare perchè:
"ego è un flâneur, un amante della
città, dei dettagli, delle sensazioni che possono
scaturire anche da un pezzettino di carta o attraverso una
parete di cartongesso"
questo loro amore per il dettaglio e la città si percepisce,
bravi ragazzi continuate cosi!Fino ad ora TUTTO BENE bene
e speriamo più avanti ancora di più! Charles
Baudelaire, indicava il gentiluomo che vaga per le vie cittadine.
voi siete in quattro , voi siete cittadini moderni che dopo
esservi dimenticati, ma avendoli studiati, ritrovano l'eco
di poeti e filosofi quali Walter Benjamin. Artisti, architetti,
intellettuali che per usare le parole di Baudelaire, diventano
'botanici del marciapiede', conoscitori del tessuto
urbano. Poiché coniò il termine riferendosi
ai parigini, il 'flâneur' (colui che
passeggia) e la 'flânerie' (il passeggiare)
sono associati con Parigi e con quel tipo di ambiente, che
lascia spazio all'esplorazione non affrettata e libera
da programmi. Creando sorprese e sorprendendoci!
Forza avanti tutta questo è il cammino...