LABORATORIO WOZ A PALERMO – 24/30 APRILE 2008
LABORATORIO WOZ A PALERMO – 24/30 APRILE 2008
E’ in corso di organizzazione il prossimo Laboratorio Woz che curo da quattro anni. Si è già svolto a Riace, Ustica e Maletto e quest’anno, 2008, in Aprile, tra il 24 e il 30, si svolgerà a Palermo, intramoenia, recingendo ulteriormente di un limite che non è palese il quartiere dell’Albergheria. La cosa non è facile, non lo è la preparazione e non lo sarà lo svolgimento. Non è facile relazionarsi con Palermo perché la complessità urbana o, meglio, la sua complessità “politica” stride con l’immagine che ognuno ha di questa città: ognuno ha della città una immagine dissimile dalla realtà, perché coincide con la propria immagine di città, nel bene e nel male.Da quest’anno il Woz, peraltro, si presenta come “laboratorio politico indipendente di design partecipato”, e la scelta non è senza significato. Fino allo scorso anno è stato “laboratorio sperimentale di design”, pensando al “design” nella sua anglofona accezione – come ricorda Vilem Flusser in Filosofia del design - cosa che spesso si dimentica per renderla ovvia: invece no. Design vuol dire “progetto”, ma anche disegno, piano, (e to design) operare strategico. Quello che abbiamo sperimentato fino allo scorso anno era un “modo” di fare design: pensando alle micropoli (che, molti, romanticamente chiamano “borghi”) e ai suoi cittadini. Da quest’anno si sostanzia il “modo” per sfociare in una “politica”: secondo l’etimo originario greco, in questo senso penso ad un “laboratorio politico”.La scelta di operare dentro l’Albergheria deriva da una serie di casualità, incontri inattesi, accidentalità della vita. Capita, spesso, di trovarsi da qualche parte a riflettere sul proprio trovarsi lì: ecco! Io abito a Palermo da tre anni per una serie di circostanze fortuite, alcune delle quali mi hanno cambiato la vita (e non è un eufemismo): ho accettato di rivolgermi a questa sorta di “deriva urbana” che è l’Albergheria per gli stessi motivi. Mi rendo conto - traversandola in lungo e in largo, lavorando sulle carte di Palermo che la ritraggono, studiando i ricorsi storici, leggendo delle esistenti e persistenti frizioni sociali, confrontandomi con lo studio che sta redigendo il piano delle aree d’intervento, relazionandomi con enti ed uffici tecnici – che il tema è denso ma, al tempo stesso, ho la netta sensazione di lavorare in una enclave, un mondo a parte quasi dimenticato dalla città stessa, non fosse per il corridoio temporaneo e parziale che è il mercato di Ballarò.
Ritengo, inoltre, per le peculiarità del Woz, che non si possa sprecare quest’occasione (Woz è una comunità nomade, e il prossimo anno abiterà un ulteriore altrove) perdendo la possibilità di fare un lavoro corale. Il carattere del laboratorio non è “esclusivo”: ovvero, tende a includere tutti i nomadi possibili e tutte le parti in causa di una città, tutti gli attori, si dice così, disponibili a recitare il loro ruolo, per sperimentare modalità che appartengono, in fieri, alle città, ai suoi abitanti, ma sembrano dimenticate dai fatti. Ogni città spende il proprio tempo storico per denunciare, in ogni modo, la sua bellezza (o, per esteso, la sua politica): tale evoluzione si sostanzia in atti evidenti che vanno dalle riqualificazioni fisiche degli edifici al recupero sociale delle comunità. Penso, dunque, che l’azione coordinata di soggetti provenienti da differenti campi della cultura, dell’arte, della scienza, della comunicazione o, in sostanza, della “politica” possa suggerire - coinvolgendo l’utenza pulviscolare ed eterogenea dell’Albergheria, pars pro toto di Palermo - una maniera diversa di dar corpo e sostanza alle proprie idee di città e di socialità.
Per ulteriori informazioni e/o iscrizioni per partecipare al Woz:
WOZLAB c/o
Arch. Domenico Cogliandro
Via Garibaldi 11
90133 PALERMO
wozlab@cenide.it
http://wozlab.splinder.com/
>http://wozlab.blogspot.com/
BIBLIOTECA DEL CENIDE
Edizioni d’architettura
Via Rocco Larussa 119
89018 VILLA SAN GIOVANNI (RC)
infos@cenide.net
>http://www.cenide.net/
1 Commenti:
Grazie di avere postato la notizia. Spero solo che la comunità degli architetti, e degli studenti d'architettura, e dei designers, che legge archandweb non si limiti a scartare la caramella e a buttar via la carta. Noi stiamo lavorando alla cosa in maniera maledettamente seria, non ci sono archistar a fare da padrini o da madrine, e pensiamo che sia importante restituire il potere delle idee alle circostanze, alle necessità, alle politiche, e meno alle scuole, agli egocentrismi e alle mode passeggere.
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